Antonio Vestita, artista, miniaturista ed ingegnere, è nato in una famiglia di ceramisti, della città di Grottaglie, noto centro pugliese, famoso per essere stato eletto come la “Città della ceramica”. Proprio la ceramica la materia è prima della sua arte.
Antonio ha conosciuto la ceramica da sempre. Il suo percorso è iniziato sin da bambino nella bottega paterna, dove insieme ad i suoi fratelli Carmelo e Mimmo, ha avuto modo di trasformare il gioco in mestiere.
Successivamente, attraverso una costante ricerca che prende ispirazione dalla filosofia, dalla storia, all’alchimia, dalla numerologia, per Antonio Vestita, il mestiere si trasforma in arte.
Attraverso un percorso che indaga le antiche tecniche che vanno dalla magno greca, alla graffita medievale, alla maiolica, al mosaico, al design, all’architettura, il suo lavoro approda alla tecnica del graffito realizzato con degli aghi su supporti n argilla Ingobbiati e con durezza del cuoio con cui realizza delle straordinarie miniature. A questa fase già senza tempo succede quella del mettere le vetrine colorate per poi dopo un tempo infinito verranno affidate al Fuoco. Le sue miniature ricordano i mandala tibetani. Guardandoli l’osservatore riesce a perdersi in racconti e poesie che narrano il costante rapporto degli elementi della natura: cielo e terra, acqua e fuoco.
Le opere di Antonio Vestita partono dalla tradizione della ceramica, per diventare poi veri e propri libri disegnati, codici miniati, labirinti di segni, raccolte di simboli, che raccontano l’equilibrio del cosmo, celebrano la sacralità dell’acqua e ci richiamano a riflettere sull’origine della vita spingendoci a comprendere che ogni qualvolta si lavori con l’anima, non si può che generare Bellezza che Cura.